This post is also available in: Italiano
L’abusivismo nel settore delle pratiche amministrative è un fenomeno che continua a crescere, spesso alimentato dalla mancanza di controlli adeguati.
Chiunque, anche senza i requisiti necessari, può entrare nel mercato e offrire servizi, creando disuguaglianze con le agenzie regolari che rispettano le normative.
Questo squilibrio influisce sulla qualità del servizio e sulla concorrenza. È fondamentale affrontare la questione per garantire l’integrità del settore e tutelare tanto gli operatori quanto i cittadini.
Abusivismo nel settore delle pratiche amministrative
Il fenomeno dell’abusivismo nel nostro settore è una realtà difficile da definire, ma purtroppo non possiamo fare a meno di affrontarlo. Quello che ci troviamo davanti è un mercato in cui chiunque, anche senza i dovuti requisiti tra l’altro di base semplici, come autorizzazione SCIA (ex 115 Tulps), iscrizione Registro Imprese, Inps, Iva, e ovviamente tutti gli annessi e connessi del caso, può entrare e offrire servizi legati alle pratiche amministrative.
Questo non significa che manchino gli strumenti normativi per regolare la professione, ma la realtà dei fatti è che i controlli sono scarsi o assenti. È un paradosso: da un lato, chi è regolare è costretto a seguire norme severe, dall’altro chi opera senza licenza riesce ad aggirare queste regole senza particolari conseguenze abbattendo costi e di conseguenza potendo applicare tariffe diverse in forza non di capacità professionali, ma di risparmio sulla gestione dell’attività.
Uno degli esempi più evidenti riguarda l’utilizzo di strutture come i centri elaborazione dati, che vengono spesso presentati come una soluzione tecnica per evitare il regime di autorizzazione, o avere – oggi è possibile – un’agenzia on line, saltando così tutte le prescrizioni delle identificazioni che prevede la normativa di pubblica sicurezza a cui siamo sottomessi e sede fisica in cui poter accedere per controlli. Questa è una delle tante “bestialità” che l’amministrazione ha inventato contraddicendo se stessa. Eppure, il lavoro intellettuale che queste attività richiedono è complesso e non può essere banalizzato o ridotto a mera elaborazione dati. Ma siamo in un mondo particolarmente poco regolamentato, basti pensare che è stato sottoscritto un contratto di lavoro per le nostre attività, senza la nostra firma malgrado siamo l’unica rappresentanza riconosciuta e riconoscibile di “agenzia di pratiche amministrative” sottoscritto anni fa da un sindacato nazionale. Insomma abbiamo il nostro sistema regolatore che fa acqua da ogni parte. Per questo noi chiediamo una “delega di legge” per iniziare a mettere delle precondizioni che oltre che consentire di semplificare veramente una pratica amministrativa, consenta anche di individuare chi fa cosa e quante volte. Perchè poi abbiamo anche il problema delle pratiche fatte da ex, nipoti che hanno decine di nonni e nonne, ecc., mentre una delega consente di tracciare, contare, individuare con precisione, non ultimo mettere in moto un meccanismo virtuoso per recuperare ciò sfugge anche sul piano tributario.
Le conseguenze concrete per le agenzie regolari e per i cittadini
L’abusivismo ha impatti tangibili, e non si tratta solo di una questione economica. In un contesto dove l’abusivismo prospera, le agenzie regolari si trovano a dover fare i conti con una concorrenza sleale che abbassa i costi di gestione e crea una disuguaglianza nelle condizioni di partenza.
Chi non rispetta le norme, infatti, non ha obblighi legati a registri, coperture assicurative e non è soggetto ai controlli delle autorità competenti. Questo consente di abbattere i costi, ma al prezzo di una scarsa responsabilità verso il cliente e verso il sistema.
Il rischio principale per i cittadini, che spesso non sono consapevoli di cosa sta accadendo, è legato alla qualità e alla sicurezza dei servizi ricevuti.
Perché il fenomeno continua a prosperare nonostante le normative esistenti
Il fenomeno dell’abusivismo nel nostro settore non accenna a fermarsi, e questo nonostante esistano normative a tutela del mercato e dei consumatori e con il digitale aumentano esponenzialmente.
La ragione principale è che non ci sono controlli efficaci e diffusi, e la consapevolezza dei cittadini e delle stesse pubbliche amministrazioni su questi temi è ancora troppo bassa.
L’aspetto che alimenta questo circolo vizioso è la scarsa sensibilità del cliente medio, che spesso sceglie un servizio solo sulla base del prezzo, senza considerare se chi lo offre sia in regola e fornisca tutte le garanzie previste dalle norme di questo settore.
In molti casi, le persone non si pongono domande sulla competenza o sull’affidabilità degli operatori. Questo lascia spazio a chi opera in modo irregolare, creando una concorrenza che non solo è sleale, ma che in alcuni casi può compromettere seriamente la qualità dei servizi anche a scapito della pubblica amministrazione spesso costretta a rincorrere pratiche sospese o mal gestite.
Cosa può (e deve) fare oggi un titolare di agenzia per difendere la propria professionalità
La risposta è semplice: associarsi. Sembrerà banale, ma unirsi a una realtà come UNAPPA significa difendere la propria professionalità e garantirsi opportunità di crescita che altrimenti sarebbero difficili da raggiungere.
L’associazione non è solo un mezzo per ricevere supporto, ma anche un modo per mettersi in gioco, condividere idee e accedere a strumenti innovativi che rafforzano l’impresa e la competenza di ogni addetto sia esso titolare o collaboratore della struttura.
L’associazione non è solo una forma di tutela della propria rappresentanza, ma anche un modo per accedere a opportunità di formazione e aggiornamento continuo e servizi utili per aumentare il proprio business.
Come si sta muovendo UNAPPA su questo fronte
Da trent’anni, UNAPPA supporta gli operatori del settore, lavorando per affermare una professionalità riconosciuta e rispettata. L’associazione è diventata un punto di riferimento per clienti e pubbliche amministrazioni, difendendo gli interessi degli operatori legittimi.
Ha contribuito alla creazione di una figura professionale riconosciuta con la Legge 4 del 2013, dando visibilità alla nostra professione. Il nostro impegno continua per garantire qualità, legalità e nuove opportunità per gli associati.
This post is also available in: Italiano